prio agio più che a casa propria.Questonon è né bene némale: semplice-
mente la società si è evoluta così.
Ancor più recentemente si è assistito ad un calo di popolazione dovuto
al crescere degli affitti,ma anche al desideriodi tante famiglie di avere una
casa propria, magari con giardino (ovviamente spostandosi in periferia o
nei paesi intornoalla città); cosìmolti appartamenti prima abitati hanno la-
sciato il postoaduffici oadalloggi per studenti universitari cheper laprov-
visorietà della loropermanenzanon sonoper niente inseriti nella vita della
parrocchia; in alcune zone (soprattutto intorno alla stazione) si sono costi-
tuite piccole comunità etniche che ripropongono la vita delle vecchie con-
trade, senzaperò ancora riuscire a superare i confini dell’autoreferenzialità.
Anche inquestanuova atmosfera è rimastaperòuna costante: laparrocchia
mantiene la sua funzionedi centroaggregante edi catalizzatoredi quellavo-
glia di fare comunità, di stare assieme, di fare gruppo che non èmai scom-
parsadel tutto e che oggi anzi sembra essersi rafforzata ed intensificata (chi
ne scrive lo può testimoniare per esperienza diretta).
Così pur nella discontinuità storica, la parrocchia ha saputomantenersi
quale elementodi continuità che ha trovatonella devozione allaMadonna
enelmantenimentodelle feste adessa collegateunulteriore, fondamentale
elemento aggregatore.
Questo testo si propone alloradi descrivere “a volod’uccello”questi 200
anni vissuti nella fede, nella speranza e nella carità, sotto lo sguardo amo-
revole e comprensivo dellaBeataVergineMaria.
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Introduzione