dove c’era tutto ciò che poteva garantire l’esistenza di un’aggregazione
umana: qualchenegozio congeneri di primanecessità, un’osteria ounbar,
a volte anche un capitello o una chiesetta. In questo tipo di ambiente la
grandeChiesa Parrocchiale era centro unificante e polo aggregante al di là
del ristretto àmbito della strada o del quartiere.Qui, sotto lo sguardo pre-
muroso dellaMadre e recitando insieme il Padre nostro ci si sentiva vera-
mente fratelli,membri di un’unica comunità; da qui partiva il parrocoper
andare verso la sua gente in tantimodi,ma soprattutto con la benedizione
delle case capillare, annuale, dove avevamododi conoscere le esigenzedella
sua gente e farsi unquadro generale delle urgenze, delle necessità, dei pro-
blemi comuni al territorio,mentre i suoi collaboratori si occupavanodi rac-
cogliere i ragazzi e i giovani educandoli alla fede e alla responsabilità.
Le cose cambiarono – e nondi poco –negli anni ’60, quando una serie
dimodifiche urbanistiche portò adun cambiamentoprofondonella strut-
tura socioculturale della zona: l’abbattimento o la riqualificazione dei vec-
chi quartieri, il sorgere di edifici moderni spesso intorno a strade e piazze
cheprimanonesistevano, il conseguente innalzamentodegli affitti, la chiu-
sura o lo spostamento delle fabbriche presenti nel territorio, tutto questo
produsse unmassiccio esodo della popolazione preesistente – formata so-
prattutto damembri della classe operaia, piccoli commercianti e artigiani,
commessi o impiegati dei negozi e degli uffici del centro etc. – con una
nuova ondata di residenti composta almeno in parte da liberi professioni-
sti, funzionari, dirigenti, impiegati di livellomedio-alto. Si creò così una
profondadiscontinuità con la situazioneprecedente, perché lapopolazione
si rinnovò in blocco almeno per il 60%e non ci fu la possibilità di quel-
l’integrazione lenta e progressiva che era stata la caratteristica dell’epoca
precedente: ne nacque un insediamento tipico del centro di una grande
città, dove lepersone faticanoadentrare incomunicazione al di làdel sem-
plice salutoedove il bisogno– innatonell’uomo–di amicizia, compagnia,
comunitàviene soddisfattononsempre “in loco”,ma spessoattraversoami-
cizie conpersone e famiglie di altre zone, con la partecipazione ad associa-
zioni sportive, di volontariatoodi semplice aggregazione chenientehanno
a che fare con il territorio in cui si abita, con lo spostamentonei fine setti-
mana in altri luoghi (mare, montagna, campagna) in cui ci si sente a pro-
Introduzione
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