Domenica 20 ottobre 2019
le letture di oggi ci parlano di preghiera, parola che sta sempre ad indicare un colloquio con Dio che assume forme diverse a seconda della persona che prega, della situazione in cui e per cui prega, dello stato d'animo con cui prega (ringraziamento, supplica, intercessione etc.). La prima lettura (Esodo 17,8-13) ci presenta una preghiera silenziosa, visibile all'esterno solo dalla posizione di chi sta pregando, in questo caso Mosè che durante una battaglia dall'alto di un colle tiene le mani rivolte verso il cielo e si rivolge silenziosamente a Dio perché sostenga e protegga ancora una volta il popolo che ha liberato dalla schiavitù. Può sembrare una preghiera solitaria, ma in realtà quelle braccia aperte e alzate fanno pensare che Mosè stia idealmente abbracciando tutto il popolo che, ben visibile dall'alto di quel colle, sta combattendo per la propria sopravvivenza. Questo brano ci mostra quella che secondo me è la forma più alta della preghiera, cioè l'intercessione, che avviene quando nel nostro colloquio con Dio abbracciamo anche gli altri - i nostri cari, le persone di cui conosciamo le necessità, su su fino al mondo intero - chiedendogli di essere vicino a tutti. Le mani alzate di Mosè che sta in silenzio davanti al suo Dio fanno pensare alle tante persone che entrano in chiesa, stanno in silenzio in piedi o in ginocchio per qualche momento e si capisce che stanno intessendo il proprio filo personale di comunicazione con Dio. L'importante sarebbe sempre concludere la preghiera con le parole: "Questo lo chiedo per me (o per i miei cari), ma ricordati anche di tutti gli altri". Non è finita qui: dobbiamo ricordare che Mosè su quel monte non è da solo, ci sono anche due persone (Aronne e Cur) con lui, che lo fanno sedere su un masso quando si stanca e gli tengono sollevate le braccia perché la sua preghiera possa continuare: è l'immagine di una preghiera faticosa, soggetta a distrazioni e spesso incapace di prolungarsi per molto tempo. Pregare non è facile perché si tratta di mettersi in relazione con Uno che è immensamente al di sopra di noi, di abbracciarlo pur non vedendolo, di immergerci in un Mistero che non riusciamo a comprendere pur sentendolo estremamente necessario e vivificante per andare avanti nella vita di ogni giorno. L'immagine di quei due uomini che sostengono le mani di Mosè mi fa venire in mente la Chiesa, la comunità dei credenti dove ognuno è chiamato a sostenere gli altri con la parola e con l'esempio: non è forse vero che se c'è qualcuno vicino a me che prega con me prego anch'io più volentieri? Non è forse vero che se vedo qualcuno pregare con fervore viene voglia di pregare anche a me? Nella seconda lettura (2Timoteo 3,14-4,2) troviamo un altro aspetto, essenziale, della preghiera, che se è colloquio con Dio non può consistere soltanto nel chiedergli qualcosa per sé o per gli altri, ma deve essere un ascolto profondo di quanto Egli ha da dirmi. E come si fa ad ascoltare Dio? Egli ci ha lasciato la sua Parola, contenuta nelle Sacre Scritture che hanno la loro espressione-vertice nei Vangeli: lì troviamo la volontà di Dio per noi. In questo la S. Messa domenicale (e per chi può anche quotidiana) è una preziosissima occasione, date le obiezioni che spesso ho sentito: "E dove lo trovo il tempo per leggere il Vangelo ogni giorno con tutto quello che ho da fare?". A parte il fatto che se ritieni una cosa importante il tempo lo trovi, almeno un'oretta alla settimana dovresti essere capace di tirartela fuori: nella Messa domenicale ci sono sempre dei passi dell'Antico e del Nuovo Testamento e un brano del Vangelo: custodiscili nella mente e nel cuore, pensaci durante la settimana, confrontali con la tua vita, agisci di conseguenza; magari ti è rimasta impressa una sola frase, parti da quella e mettila nella tua preghiera. Nel Vangelo (Luca 18,1-8) Gesù con la parabola del giudice disonesto ci dice di pregare sempre. Interessante è che in questo brano emerge quello che dovrebbe essere il contenuto della preghiera: cosa si deve chiedere al Signore?. Non tutto, non ciò che mi interessa, ma ciò che è giusto. Il "fare giustizia" di Dio è sempre fare ciò che va bene non solo per chi sta pregando, ma anche per tutti, perché Egli conosce il cuore di ciascuno e sa ciò che va bene per lui; la sua giustizia consiste perciò nel prendersi cura di ogni singola persona e nello stesso tempo di tutti, in modo che si crei pace e armonia nel mondo e nel cuore di ogni persona. Chi ha fede sa queste cose, sa che la sua preghiera anche se individuale va a vantaggio di tutti, sa che solo Dio è capace di ispirare nei cuori pace e armonia. "Ma - conclude Gesù - quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà ancora fede sulla terra?". E' una critica pesante al nostro modo di pregare, troppo concentrato sui nostri egoistici bisogni personali e troppo poco attento alla giustizia di Dio, cioè alla sua volontà di bene e di amore per tutti. Ma il contenuto principale del brano è l'invito alla preghiera continua: Gesù ci chiede di pregare sempre senza stancarci, ma come è possibile stare sempre con le mani giunte a pregare? Le mani sono fatte per lavorare, per fare tante cose, per la vita di ogni giorno piena di impegni, di gioie e di difficoltà... In realtà Gesù ci invita alla preghiera diffusa, che probabilmente molti già fanno senza neanche saperlo. Il mio predecessore don Lino la spiegava così ai bambini: "Fate durante il giorno tante telefonate (oggi si direbbe mandate tanti SMS) a Gesù. State giocando? Dài, Gesù, gioca anche tu con me. State facendo i compiti? Gesù, aiutami perché questo problema proprio non lo capisco. E se andate a trovare la nonna: grazie Gesù per i nonni. E se il papà o la mamma hanno un problema: aiutali Gesù. E così via. Il telefono che usate è un filo che va in alto, si perde nel cielo e va diretto al cuore di Gesù". E ciò che va bene per i bambini, va ancor meglio per gli adulti. Penso non ci sia altro da dire. Pace e bene a tutti.
“Al pozzo del cuore di Dio”: intenzioni raccolte in chiesa, consegnate alle Suore Elisabettine per la preghiera personale e comunitaria; Rosario chiesa di S. Giuseppe (via Vendramini) I sabato del mese ore 9,30.