Parola vivente - Le letture della Domenica
Carissimi fratelli e sorelle,
Dio non si dimentica di nessuno, e spesso ciò che è trascurato dal comune modo di pensare umano è invece valorizzato da Lui. E’ questo il tema della Prima Lettura (1Samuele 16,1b.4.6-7.10-13): “L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”. Noi non riusciamo se non con grande fatica e non sempre ad andare oltre ciò che appare: pensiamo solo a modelli che ci propina la nostra società. E’ importante chi ha successo, chi possiede denaro o gode di una certa quantità di potere; è molto più conosciuto il calciatore che lavora coi piedi che non il chirurgo che ogni giorno salva vite o il ricercatore del cui lavoro nascosto benefica tutta l’umanità, o l’umile insegnante che si sforza di comunicare valori e non solo nozioni… Certe persone sono ammirate per il loro bell’aspetto anche se magari dentro non hanno niente, mentre altre, più modeste esteticamente, vengono ignorate anche se geniali, interiormente ricche e sensibili. Di Davide (I lettura, 1Samuele 16,1b.4.6-7.10-13) si dice che era bello, si, ma soprattutto che agli occhi del padre e dei fratelli era ancora insignificante, un moccioso da quattro soldi che avrebbe acquistato la stima dei familiari dopo aver messo su qualche muscolo che gli permettesse di lavorare i campi come i fratelli; pazienza se dietro quei muscoli non c’era poi praticamente niente; e così il povero Davide era stato dimenticato da tutti, ma non da Dio, che sa vedere dentro il cuore e la mente delle persone e sa valorizzare ciò che sfugge ad un occhio abituato a considerare semplicemente l’apparenza esterna. Quando ci lasciamo andare all’orgoglio e all’arroganza di chi sa di essere apprezzato e stimato, non dimentichiamoci mai che Dio ci guarda dentro in ogni istante, e solo lui vede di che cosa è fatto il nostro successo, magari meritato, ma sempre inquinato da ombre e macchie che a volte lo snaturano. Di Davide sappiamo che non fu un uomo prefetto, sappiamo però che più di altri seppe guardarsi dentro e riconoscere le proprie tenebre, affidandosi al Signore che sempre perdona e mantenendosi aperto alla sua azione misericordiosa, che seppe trasformare a sua volta in misericordia per il suo popolo. Manteniamoci aperti allo sguardo di Dio, se vogliamo veramente crescere come persone capaci di diffondere un po’ di luce intorno a noi. A questo punto del discorso si inserisce la seconda lettura (Efesini 5,8-14) che parte dal tema della precedente: solo Dio ci vede per come siamo, perché Egli è la luce. E se ci lasciamo illuminare dalla luce di Cristo, anche noi a nostra volta diventiamo luce, siamo il riflesso del volto luminoso di Dio per i fratelli. Perché riusciamo a fare “ogni bontà, giustizia e verità”. Di qui l’invito a guardare nel segreto del proprio cuore per “aprire le finestre” e farvi entrare l’aria dello Spirito Santo che faccia sparire le nebbie della pigrizia, dell’ipocrisia e della falsità e la luce di Cristo che cancelli le tenebre della cattiveria, dell’errore, dell’iniquità, del peccato che è morte… ma tutti possiamo risorgere se apriamo le porte a Cristo. E qui arriviamo al Vangelo (Giovanni 9,1-41) che ci dice cos’è la vera luce: “Finché io sono nel mondo, io sono la luce del mondo”. Per mettere in chiaro la propria “luminosità totale” Gesù opera uno dei suoi miracoli più famosi: dona la vista ad un cieco nato e lo fa in un modo molto particolare, con la propria saliva e un po’ di terra fa del fango e lo spalma sugli occhi del cieco, mandandolo poi a lavarsi alla piscina di Siloe. Quel gesto è molto significativo, perché afferma senza ombra di dubbio la divinità di Cristo, che sta comunicando una parte (sia pur piccola e insignificante come un po’ di saliva) di sé al cieco, e lo sta facendo con la stessa modalità con cui il Padre ha creato l’uomo, appunto con un po’ di fango e il suo soffio vitale. E anche il mandarlo a lavarsi nella piscina non è un caso, perché l’acqua richiama il Battesimo, e Siloe significa inviato: Gesù guarisce un cieco con un atto creatore provando così di essere il Figlio di Dio inviato non solo a dare la vista a un cieco, ma a donare la luce della fede a tutti quelli che la vogliano cercare. Questo miracolo si svolge in un contesto dove non prevale affatto la luce, ma le tenebre: si comincia fin dall’inizio, con il solito luogo comune (falso e quindi tenebroso) diffuso a quei tempi, secondo cui l’infermità era il risultato del peccato della persona o dei suoi familiari. Prosegue con la cecità manifesta dei farisei, che non solo non sono in grado di vedere in Gesù la Presenza dell’Onnipotente, ma non riescono neanche ad andare oltre la sciocca credenza che solo osservando norme esteriori per quanto buone (come il sabato) si fosse a posto. L’atmosfera di tenebra si intensifica poi con l’atteggiamento dei genitori che, attanagliati dalla paura di subire eventuali conseguenze, lungi dall’essere contenti per la guarigione del figlio arrivano a disconoscerlo: la paura è un campanello d’allarme, ma quando ti ci soffermi si trasforma in un muro di tenebra, così vedi solo te stesso e ti rinchiudi nella protezione del tuo piccolo essere. Infine le tenebre si infittiscono attorno a quella che è una vera e propria scomunica: “Lo gettarono fuori”, e quel fuori significa fuori dalla comunità dei credenti, fuori dai suoi luoghi di raduno (tempio e sinagoga), fuori anche dalla propria famiglia. Dall’altra parte ci sono gli effetti della luce: il cieco non ha paura, non si chiude in se stesso, affronta a viso aperto i suoi accusatori, difende Colui che gli ha ridato la vista, e così facendo scopre un’altra vista, una Luce più grande che si sostituisce all’angusto e impaurito ambiente familiare e alla supponente aria asfittica della comunità giudaica. “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”. La risposta del cieco è affermativa; e noi cosa rispondiamo? Restiamo chiusi nel nostro piccolo mondo o ci apriamo anche noi a quella Luce che sola può dissipare le tante tenebre che ancora oscurano i nostri cuori? Pace e bene a tutti.
Il parroco don Alberto
Avvisi Parrocchiali
“Al pozzo del cuore di Dio”: intenzioni raccolte in chiesa, consegnate alle Suore Elisabettine per la preghiera personale e comunitaria; Rosario chiesa di S. Giuseppe (via Vendramini) I sabato del mese.
Catechesi per i ragazzi: dalla prima elementare alla terza media ogni mercoledì ore 16,45 - 17,45.
Catechesi degli adulti: ogni lunedì in Sala del Capitolo alle ore 16,00; tema di quest’anno è il libro dei Salmi.
Gruppo Adulti di Azione Cattolica: ogni martedì alle ore 17,30 nella Sala Parrocchiale. L’incontro ha come tema il Vangelo della domenica successiva, è aperto a tutti ed è un’occasione da non sprecare.
Adolescenti II-III superiore: sabato pomeriggio, orario variabile; I superiore domenica ore 18,30.
Gruppo Terza età “Lavoro e sorriso”: ogni giovedì ore 16,00 - 18,00.
Prove di canto per tutti: sabato 1 aprile ore 17,30 in Basilica.
Questa mattina il Gruppo Terza Età “Lavoro e sorriso” organizza il mercatino di primavera nel chiostro dalle 9,00 alle 13,00: piantine, aromi e dolcezze varie. Venite numerosi! Il ricavato andrà in favore delle Opere Parrocchiali. Un grande grazie alle signore che lo organizzano.
Oggi si tiene il secondo incontro per genitori e bambini di prima elementare: ritrovo alle 10,00 nella Sala Parrocchiale (vic. Bovetta 14); al termine S. Messa per tutti alle ore 11,00.
Mercoledì prossimo 29 marzo dopo la S. Messa delle ore 8,00 ci saranno le pulizie della chiesa. Ringraziamo le persone che si occupano di questo prezioso servizio a vantaggio di tutti. Chi vuole aggiungersi è il benvenuto, comunicandolo alla sig. Cristina Felletti Spadazzi al n. 3394964301.
Quaresima 2016
Ogni venerdì dopo la S. Messa delle ore 17,00 verrà celebrato il Pio Esercizio della Via Crucis.
Nei mercoledì di Quaresima i ragazzi sono invitati a venire al catechismo alle ore 16,40: ci si trova come al solito in Patronato, si passa in Chiesa per la Via Crucis a tappe (tre stazioni alla volta) e poi si va nelle classi per la catechesi, fino all’orario normale di conclusione. Ad uno degli incontri di catechismo i ragazzi saranno invitati a portare alcuni generi alimentari per le “borse della spesa” come segno di attenzione concreta ai bisogni dei più poveri.
Nelle domeniche di Quaresima alle ore 16,00 nella Scoletta si terrà la preghiera del Vespro domenicale; nel corso della celebrazione il parroco presenterà brevemente tre messaggi e un discorso di papa Francesco con il seguente programma
26 marzo: messaggio per la Giornata Mondiale del malato 2017
2 aprile: discorso ai parroci di Roma 2 marzo 2017
Il Vespro prevede anche la Benedizione Eucaristica e si concluderà entro le ore 17,00 per permettere a chi lo vorrà di andare a Messa.
In città
Via Crucis cittadina venerdì prossimo 31 marzo ore 18,00: percorso a tappe (“stazioni”) da piazza Duomo alla Basilica del Santo.
Un attimo di pace: momenti di riflessione e spiritualità tramite il web (www.unattimodipace.it
Ricordiamo che sono aperte le iscrizioni alla Scuola Materna.
Domenica 26 marzo 2017