mi sembra che le letture di oggi possano essere viste nella prospettiva della promessa, parola che deriva dal latino “promitto”, cioè “mando (mitto) avanti (pro)”. Quando qualcuno mi promette qualcosa è come se mi dicesse che nel futuro quella cosa sarà mia, come se me la facesse vedere senza però consegnarmela, ma affidandola al tempo che mi sta davanti. Allora è chiaro che di una promessa ci si deve fidare, nella speranza che chi l’ha fatta mantenga la parola. Nella prima lettura (Genesi 15,5-12.17-18) troviamo un uomo che credette ad una promessa, e credette contro ogni evidenza, senza tenere in alcun conto il buon senso e la ragione; e credette perché sapeva in cuor suo che chi aveva fatto la promessa era il Fedele in eterno, colui che fa quello che dice, sempre. E la promessa era veramente al di là di ogni comprensione umana, perché si trattava di una discendenza sterminata offerta a lui, anziano senza figli e con una moglie sterile. Ma su questo Dio si era impegnato con il rito descritto nel passo proposto (che sarebbe troppo lungo spiegare in questa sede) ed Abramo si affidò completamente a Lui. La seconda lettura (Lettera ai Filippesi 3,17-4,1) contiene anch’essa una promessa che va oltre ogni comprensione: l’eternità, la vita che continua scavalcando la morte perché il Signore “trasfigurerà” il nostro corpo mortale per renderlo simile al suo “corpo glorioso” in cui è presente la divinità in tutta la sua potenza. A noi il Signore chiede di essere degni di questa promessa vivendo già da ora come “cittadini del cielo” facendo germogliare in noi quel seme di eternità che Egli ci ha messo dentro fin dalla creazione, così da poter vivere come dei “trasfigurati”, persone cioè che pur rimanendo se stesse sanno “cambiare aspetto, cioè diventare un riflesso della luce divina per gli altri. Il problema invece è che spesso ci riduciamo a vivere come quelli che “hanno per dio il proprio ventre”, cioè si fanno una divinità delle cose che li circondano e di cui non sono mai sazi, dalla moda a un certo modo di vivere lo sport (come quando si equipara il tifo per una squadra alla fede), all’accostarsi al cibo come se fosse l’unica cosa importante della vita etc….mentre il meglio ci sta scappando dalle mani.
“Al pozzo del cuore di Dio”: intenzioni raccolte in chiesa, consegnate alle Suore Elisabettine per la preghiera personale e comunitaria; Rosario chiesa di S. Giuseppe (via Vendramini) I sabato del mese ore 9,30.
Oggi 17 marzo ore 17,30 presso la Sala del Capitolo ci sarà una conferenza dal titolo "Storia e memoria"; relatori il prof. Giuseppe Butturini e il giornalista Paolo Donà; coordinerà p. Aurelio Boscaini.
Domenica 24 marzo ore 10,30 nel Santuario di S. Giuseppe ci sarà la S. Messa solenne presieduta da padre Tesfaye Tadesse Gebresilasie, superiore generale dei Missionari Comboniani.
Ogni venerdì dopo la S. Messa delle ore 17,00 verrà celebrato il Pio Esercizio della Via Crucis.
Nei mercoledì di Quaresima (a cominciare da mercoledì 13) i ragazzi sono invitati a venire al catechismo alle ore 16,40: ci si trova come al solito in Patronato, si passa in Chiesa per la Via Crucis a tappe (tre stazioni alla volta) e poi si va nelle classi per la catechesi, fino all’orario normale di conclusione. Ad uno degli incontri di catechismo i ragazzi saranno invitati a portare dei generi alimentari per le “borse della spesa” come segno di attenzione concreta ai bisogni dei più poveri.
Nelle domeniche di Quaresima a partire da domenica prossima alle ore 16,15 nella Scoletta si terrà la preghiera del Vespro domenicale, con una brevissima riflessione sulla lettura del giorno. Conclusione entro le ore 17,00 con la Benedizione Eucaristica.
Via Crucis cittadina presieduta dal vescovo Claudio: giovedì 28 marzo alle ore 18:30; partenza dalla Basilica del Santo e arrivo in Cattedrale.